I
dipinti di questo autore (veneziano di nascita ma bergamasco di residenza)
innescano subito considerazioni, che oltrepassano la soglia dei ritratti,dei
nudi,dei paesaggi e delle nature morte .In questi, infatti,si compendia
la "ministoria" artistica del pittore con l'adesione al movimento del
"Realismo/Astratto" in rapporto,altresì,alla storia, dell'arte contemporanea.
Figurativo all'inizio (come la stragrande maggioranza di chi prende
in mano per la prima volta gli strumenti dell'arte pittorica) De Santis,
proteso alla ricerca artistica (è anche giornalista, critico d'arte,
fondatore di riviste specializzate quali "Telexart" e "Terzapagina")
si fa "informale", certamente per il bisogno di coinvolgere chi guarda
in una lettura graduale delle opere. Poi ritorna alla "figura", attraverso
l'espletamento dello specifico "realismo" di cui il Manifesto pubblicato
a Bergamo nel 1979, sul "Realismo/Astratto". Dai suoi lavori emerge,
soprattutto, una potenza espressiva delle figure che ricordano, ovviamente
rivisitate, anche Muller, Nolde, Kirkenr o meglio gli artisti innovatori
della "Die Brucke". Con le sue figure De Santis incide, mediante la
deformata anatomia dei corpi, talvolta, o con l'incarnato denso, sulle
simbolizzazioni delle ragioni di una interiorizzazione che si tramuta
in notevole emotività con i colori squillanti dei fondi. Un'aspetto,
concreto, che, nella simbiosi figura - colore, mette in evidenza una
tensione quasi da scenario teatrale "Paesaggi" e "Nature morte" (quelle
qui esposte sono deliziose) ten-gono bordone alle figure con il loro
colorismo a strati o vibrante. Infine i "ritratti" solidamente imponenti
dove il drappeggio dei colori illustra sapientemente la misura della
raffigurazione, ugualmente e sempre solenne. Se, però, ovunque cancelliamo
la figurazione, ecco che gli strati cromatici creano l'atmosfera tipica
dell'astratto con densità e colore preso, con gusto, dalla tecnica informale.
E'così che le figure e le altre rappresentazioni segni che diventano
un "reale" trapuntato di scatti mentali che inducono a una riflessione
attenta sugli accadimenti umani, sui rapporti tra vita e società (…).