Nella 
          pittura di Antonio De Santis bisogna fare in primo luogo una distinzione. 
          Distinzione di temi - figura e paesaggio - che è anche distinzione di 
          modi pittorici, di approccio psicologico e lirico, di ricerca. L'incontro 
          con il paesaggio si consuma in una dimensione poetica fatta di segni 
          ed i colori che costruiscono le profondità, fatta di forme magari allusive, 
          ma certamente e sempre riconducibili direttamente ad una sensazione 
          derivante dall'incontro con la natura. E anche quando le forme tendono 
          alla geometria, l'evasione verso l'astratto è solo l'esito di una essenzializzazione 
          e non un obiettivo formale dell'artista. Paesaggio quindi interpretato 
          e non semplicemente "ritratto", interpretato in una lettura "sospesa", 
          in un gioco di atmosfere che allungano l'occhio e la mente verso lo 
          spazio interminabile che struttura compositiva e colore suggeriscono. 
          Altro discorso va fatto per i dipinti in cui protagonista è la figura. 
          Il paesaggio, pure spesso presente, ha la funzione decorativa e magari 
          di atmosfera, ma è funzione assolutamente diversa da quella sopra accennata. 
          E' la figura che prende il ruolo principale, una figura delineata in 
          modo generale, le cui fattezze sono indicative ma assolutizzanti. L'impianto 
          del corpo umano si genera per sovrapposizioni e giustapposizioni di 
          curve e di linee, forzando l'anatomia entro schemi rigidi che sottolineano 
          posizioni psicologiche ora di distacco, ora di indifferenza, ora di 
          abbandono, ora di repulsione. I suoi personaggi convivono senza riconoscersi, 
          senza incontrarsi; il mondo reale è lontano, decisamente ostile, oserei 
          dire. E l'indagine psicologica si fa forma: il segno insistito che incide, 
          il colore che stacca o opprime, l'intreccio dei segni-colore posseggono 
          valenze espressive autonome che vanno al di là del significato intrinseco 
          e profondo dell'immagine. In questi elementi si trova la chiave di lettura 
          dell'opera di De Santis, legata per molti versi a molta pittura europea 
          del nostro secolo (in evidenza soprattutto il "contrasto", originale 
          però, con l'espressionismo) e avviata verso una modalità espressiva 
          capace di portare in superficie i drammi e i misteri dell'uomo nel serrato 
          confronto con la realtà e la natura. Un uomo che sta dentro il paesaggio 
          vivendo ne le contraddizioni e facendosi esso stesso contraddizione 
          nell'amore e nel disinteresse perla natura. Un natura che, in sé, possiede 
          tutti gli elementi per una poesia pittorica che l'artista sa ben recepire 
          e rappresentare.