La 
          figura, come aspetto della realtà diventa in un artista come Antonio 
          De Santis un importante punto di riferimento per una impostazione pittorica 
          in cui il mondo reale ha un significato solamente di apparenza. E' il 
          figurale ad essere il mondo vero di questo pittore che offre alla visione 
          dell'osservatore non il mondo vero e proprio, quanto intende farci vedere 
          un'apparenza che intende superare il concretismo del realismo per configurare 
          una nuova realtà in cui il simbolo assume un proprio significato. La 
          ricerca pittorica di De Santis è stata ampia e si è evoluta su diversi 
          livelli raggiungendo una fisionomia ed una autonomia che si contraddistingue 
          in un panorama artistico nel quale la confusione regna in una ambiguità 
          nella quale si è persa la dimensionalità della pittura. La pittura è 
          il fondo dell'argomentazione dell'arte di De Santis. Superato ogni elemento 
          legato all'effimero questo artista ha intesificato la ricerca nel rapporto 
          tra immagine e colore. Ed è quest'ultimo ad appartenere all'espressività 
          dell'immagine dell'arte desantiana. Il colore si muta in forma in un 
          colloquio continuo con una segno che emerge quasi recondito dalla memoria 
          dell'artista. Un segno che possiamo riscoprire, in alcuni dipinti come 
          graffito arcaico, più che metropolitano, che si pone nelle 'opere nell'attimo 
          in cui la metafora diventa mediazione del significato. Da tempo questo 
          artista si è posto il dilemma tra l'opera d'arte come apparenza del 
          reale, come elemento effimero e fondamento concreto dell'idea e legata 
          alla storia. Egli affida la propria idea estetica non al contigente, 
          bensì ad una creatività che vuol essere storica in un perpetuarsi continuo. 
          Tutto questo lo si può riscontrare nel mutare delle tematiche che vanno 
          dalla composizione con personaggi, alle nature morte, ai paesaggi onirici 
          per giungere al tema del ricordo e della memoria dell'infanzia con le 
          nature morte incentrate nella rappresentazione di giocattoli e immagini 
          di bambini. E' la tematica che diventa, perciò, nel suo complesso l'estremo, 
          quasi assurdo, di una pittura che indirettamente vuol staccarsi dalla 
          realtà. Ed in effetti il figurale non appartiene alla realtà, ma alla 
          creazione pittorica. De Santis dipinge, vuol fare pittura, non gli interessa 
          nulla che sia al di fuori della pittura intesa come pittura. E' il figurale 
          il fondamento della nuova "figurazione", E' questo un termine improprio 
          in quanto l'apparente figurazione ha solo un valore ipotetico e serve 
          solo per poter utilizzare il fondamento della pittura: il colore. Ritornando 
          all'immagine De Santis ha ripreso, dopo il periodo astratto, lo studio 
          della pittura del Quattrocento da cui nasce appunto il figurale. Una 
          pittura - come è stato affermato - colta, ma di grande fascino ed emotività.