Indubbiamente Antonio De Santis opera entro lo schema formale del Realismo Astratto, nel senso che i motivi stimolanti della sua espressione egli li ricerca nella sfera del preconscio che rimanda alla "coscienza di veglia normale" ( per dirla in termini di corretto linguaggio psicanalitico) i ricordi di una lontana esperienza. Ciò nonostante De Santis evita di ricalcare gli schemi tipici del linguaggio astratto, mantenendosi del tutto libero da impegni stilistici codificati ed usando un idioma personale e suggestivo. Un'opera accentrata sull'analisi di disegni si giustifica se riesce a offrire un quadro più vasto e completo di quello che può essere costruito con l'interpretazione dei soli dipinti. Tale analisi tende infatti a realizzare il recupero di tentativi non approdati alla dimensione, apparentemente più impegnativa, della pittura, a scoprire fasi di lavorazione più libera perché non preoccupata degli effetti di una verifica esterna. Naturalmente pittura e disegno non sono due filoni indipendenti e perciò la stessa attività pittorica, con un maggior numero di variabili che implica, può essere criticamente meglio definita se messa a confronto con il lavoro, non esclusivamente progettuale, del disegnare. Nella proiezione di questi frammenti si fa strada un'esigenza di verticalismo predominante sulle altre possibilità compositive, accentuata da un'aspirazione prospettica e leggermente dosata da elementi orizzontali i quali, senza essere frenati, equilibrano lo sviluppo perpendicolare dell'insieme: in sostanza si tratta di una trascrizione diagrammatica del processo ascendente delle forze che albergano nella psiche, che si sviluppa attraverso i gradi dell'inconscio, preconscio e coscienza di veglia normale. In questo senso le opere compositive di De Santis assumono un preciso valore emblematico. Così come emblematiche ci appaiono senza dubbio le figure inserite nello spazio determinato dagli elementi della composizione. Esse, tuttavia, non hanno una precisa motivazione logica d'esistenza, non solo sono il simbolo della proiezione visiva, dell'intimo, della presenza umana esterna, colta in alcune sue caratterizzazioni tipiche: statica, solenne, grottesca, drammatica. Le immagini reali, dunque, proiettate nell'intimo, sono poi restituite alla percezione visiva, mediante la trascrizione grafica (…)